Charles Darwin fu l'uomo che più di ogni altro incrinò una concezione del mondo e della vita che resisteva immutata da secoli. Con quest'opera (sono qui raccolte le due parti che componevano il "Saggio del 1844" che prelude alla sistematizzazione di "L'origine delle specie") scardinò il fondamento biblico della creazione dell'universo, introducendo il concetto di una lenta evoluzione delle specie animali e vegetali. È innegabile che tale idea, variamente abbozzata, sia sempre esistita nella storia del pensiero, fin dai tempi dei Greci: ma è solo con Darwin che l'intuizione raggiunge una struttura sistematica e una fisionomia definita. Sulla base di un numero imponente di dati, osservazioni, raffronti sulla flora e la fauna di differenti latitudini, il giovane naturalista inglese giunse a conclusioni sconvolgenti e rivoluzionarie. Le sue ricerche gli procurarono allo stesso tempo notorietà, gloria, biasimo, persino odio. La teoria dell'evoluzionismo fece nascere un dibattito aspro e talvolta violento che non accenna a placarsi neppure oggi.
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